Sale il ritmo, e con lui salgono le pulsazioni. Il sangue inizia a scorrere, i muscoli pian piano riprendono confidenza con gli schemi motori acquisiti in ormai 4 mesi di lavoro. Stiamo solo preparando il terreno per affrontare la nostra “battaglia”, il circuito previsto per questa fase finale del mesociclo. Come da nostra abitudine solo pesi liberi, nessun vincolo cinetico, se non quello del nostro fedele compagno di avventure: il bilanciere. Non è cosa nota ai più, ma il circuit training, specie se dall’impronta Tabata, non può essere affrontato senza la dovuta preparazione. Ed il mio riferimento non è solo volto al comunque necessario condizionamento muscolare nonché cardiaco, ma soprattutto alla profonda conoscenza di ogni movimento nella sua individuale singolarità. Già, perché il circuito è questo, un’insieme di esercizi che, al pari degli strumenti di un orchestra, vanno saputi suonare. E una nota stonata ne può pregiudicare effetto e sensazioni. Stacchi, squat, goodmorning, piegamenti, trazioni, overhead… curl e push per tripiti. Non sono movimenti che si possono improvvisare, ci vuole confidenza con ognuno di loro. I carichi vanno calibrati, e con loro l’intensità dello sforzo… se parliamo di PHA, occorrerà porre attenzione anche al volume di sangue spostato tra un distretto e l’altro. No, non si parla di un miscuglio privo di criterio, non si parla solo di far alzare il battito… si parla di una sinfonia perfetta che ci deve portare al successo. Io dirigo l’orchestra, lei suona gli strumenti. Da sola.