Bodyrecomposition: una premessa doverosa

Mi riallaccio ad uno degli ultimi concetti che ho toccato nell’articolo “dieta, allenamento e funzionalità renale”, laddove parlavo di dimagrimento/definizione; in quell’occasione avevo accennato che tale processo può avvenire anche in presenza di carboidrati, poiché, dal punto di vista fisiologico, il dimagrimento rimarrà sempre e solo conseguenza dello scarto energetico istituito.

Una certezza inequivocabile, così come sarà altrettanto verosimile il fatto di non poter demandare tutto alla “semplicistica” 1° legge della termodinamica; di fatto occorrerà anche saper guardare alla fonte delle nutrienti, alla loro distribuzione su scala giornaliera, a rapporto e quantità dei macros nelle varie fasi metaboliche, nonché alla relazione che presenta il nuovo profilo dietetico con quello di provenienza. Tutto chiaro, così come il contenuto del suddetto messaggio: per dimagrire non occorre togliere i carboidrati.

A proposito di quest’ultimo appunto, si deve sapere che saranno proprio i carboidrati a permettere quelle determinate modulazioni del nostro dispendio energetico basale, le stesse che contribuiranno, nel bene e nel male, ad alterare il nostro TDEE (Total Daily Energy Expenditure). Infatti, come accennavo in quell’articolo, un differenziale energetico negativo lo si potrà creare anche aumentando il nostro TDEE a partire da un maggior contributo del metabolismo basale (MB); se poi vogliamo parlare di ossidazione degli acidi grassi (ossia dimagrimento), la scelta di accrescere il MB si mostrerà sempre la soluzione più vantaggiosa. Sapete perché?

Per il semplice fatto che tutte le strategie atte ad aumentare il dispendio energetico mediante attività fisica non saranno automaticamente sostentate dal nostro tessuto adiposo, piuttosto oserei dire il contrario. A tal proposito ricordiamoci che se parliamo di ossidazione degli acidi grassi, occorrerà anche parlare di metabolismo ossidativo (ossia aerobico), condizione che come anticipavo, anche in presenza dei dovuti presupposti, non avrà mai la capacità di selezionare in modo davvero efficacie il substrato energetico di nostro interesse (appunto i grassi).

Questo significa che il carburante utilizzato in qualsivoglia attività fisica, non sarà mai prettamente lipidico, bensì risulterà misto, nella fattispecie tendenzialmente glucidico o alla peggio proteico. Paradossalmente, la nostra capacità ossidativa aumenta in tutte quelle condizioni in cui siamo prossimi alla sedentarietà (sonno compreso), ossia qualora il rapporto tra i gas in entrata ed i gas in uscita generino un QR favorevole all’ossidazione (0.7-0.8). Se allora abbiamo un MB più alto, ecco che la capacità “lipo-ossidativa” del nostro organismo sarà senz’altro più efficiente.

Ma per quale motivo il TDEE aumenterebbe in funzione all’apporto energetico?

Perché il TDEE, a prescindere dal costo delle nostre attività extra-basali, in un modo o nell’altro tenderà sempre ad equipararsi alla media del nostro apporto energetico, allorché la dieta sia verosimilmente EUCALORICA. Ricordiamo che una dieta si definisce eucalorica, quando non ci porta a variazioni in termini di peso e/o composizione corporea sul lungo termine. In altre parole, quando l’input energetico equivale con l’output, ossia la condizione in cui mediamente versa ogni individuo di peso stabile (praticamente tutti).

La questione di maggior interesse, sarà a questo punto quella di portare il nostro corpo ad accettare più calorie senza ingrassare. Come farlo? Scopriamolo nei prossimi articoli dedicati alla ricomposizione corporea.

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